L’adolescenza è una stagione di cambiamenti, un viaggio attraverso la metamorfosi fisica ed emozionale, dalla pubertà all’adolescenza. È il momento dei sentimenti che sbocciano, dei sogni “da grande” e delle grandi conflittualità.
L’adolescente avverte il bisogno impellente di conquistare ciò che non ha, di diventare ciò che non è, una corsa forsennata verso il cambiamento, una metamorfosi che lo faccia sentire altro da sé, e così gioca con le emozioni estreme, in alcuni casi rischiando persino la vita. Dunque come inizia l’adolescenza? Cosa accade in questo importante processo di crescita fisica e psichica?
Potremmo dire che ha inizio con fenomeni puberali, ma nessuno sa quando termini. L’adolescenza assume l’aspetto di un calcio d’avvio di un match, d’una corsa continua per la vita, quella dell’adulto. La partenza è data da un grande sconvolgimento endocrino, somatico, psichico. Uno sconvolgimento notevole che porta a chiedersi “che cosa mi sta accadendo?” E allora sopraggiungono curiosità, imbarazzo, ma anche un po’ di angoscia, questa semplice domanda spesso racchiude la difficoltà di accettare una nuova immagine di sé, il rifiuto di un corpo che si fa fatica ad accettare come proprio, la paura di non piacere agli altri. La metamorfosi che accompagna gli anni dell’adolescenza, scatena piccoli terremoti biologici ed esistenziali, che spesso vengono superati in modo naturale e indolore. Ma non sempre viaggia tutto senza intoppi, considerato anche il difficile percorso che va dall’infanzia alla prima giovinezza in cui primeggia un corpo nuovo, diverso, imprevedibile nelle sue trasformazioni, che a volte provoca un senso di estraniamento o risulta inaccettabile. Dunque un aspetto dominante in adolescenza è riconoscere il proprio corpo, completamente trasformato e le sue pulsioni, accettando l’immagine fisica di sé e iniziando a comprendere ed esprimere il proprio mondo interiore, le proprie emozioni . L’adolescenza è una fase cruciale del ciclo di vita dai “mille volti” (Marcelli e Barconier, 1990, in Roncari L. e Goretti2004), è crescita, trasformazione, bisogno di libertà, sperimentazione, ma anche paura, inquietudine, insicurezza, sofferenza, solitudine. Tali sconvolgimenti impattano tutti gli equilibri, anche quelli familiari e dunque dei genitori stessi che molto spesso manifestano difficoltà nel cercare di rispondere in maniera adeguata a tali cambiamenti. Si assiste così a un riassestamento interno agli equilibri della famiglia, in cui risulta importante non farsi sopraffare dai sentimenti ed emozioni ma trovare il giusto equilibrio tra l’essere forti e flessibili, trasmettere quel senso di fiducia nei loro confronti che contribuirà a rimandare un’idea di stabilità, quest’ultima infatti rappresenta un aspetto molto importante per un giovane in crescita. Come genitori è un lavoro faticoso e che mette alla prova, in alcuni momenti sembra che il proprio figlio/a sia uno sconosciuto, ma ciò che non deve invece mai vacillare è rimandare che quel bambino che hanno conosciuto fino a quel momento esiste ancora e rimarrà dentro alla nuova persona che si sta formando. È importante, dunque, accettare la ricerca di identità che l’adolescente compie, le innumerevoli sfaccettature che può assumere finchè non trova quella che più gli si addice. Dunque la disponibilità e la capacità di ascoltare rimandano l’idea che egli sia importante e gli stessi conflitti che possono presentarsi non sono solo momenti di tensione ma anche un modo per comprendere quello che pensa, come lo pensa lo stesso fatto che contraddirà il punto di vista del genitore rappresenta un modo per creare la sua strada, dove avere un conflitto e risolverlo contribuirà a renderli più forti. Il giusto è sempre nel mezzo!
Dott.ssa Valentina Valletta